domenica 6 febbraio 2011

IL FONDO YOZMA E I PROGRAMMI DI SOSTEGNO AL VENTURE CAPITAL


In questi giorni si parla molto di ripensare il finanziamento a sostegno dell’innovazione in Italia. Si tratta di un processo che nel corso dell’anno passato abbiamo analizzato e, in parte, innescato con l’esperienza di Butterfly Web, che ha permesso la creazione della proposta di legge a cura di Alessia Mosca e Beatrice Lorenzin di cui si discuterà proprio domani a Roma nell’evento sopra linkato, e con il manifesto dove è stata lanciata l’idea del fondo di fondi.
E’ importante rintracciare le origini storiche di tutto ciò. Infatti, i tentativi di lanciare l’industria del venture capital nel mondo e di replicare la Silicon Valley sono stati, nella maggior parte dei casi, fallimentari. Josh Lerner, docente della Harvard Business School, ne ha tracciatoun quadro interessante, sottolineando come alcuni fattori tendano a limitare l’impatto di queste iniziative, come il focus geografico troppo ristretto o meccanismi di governance disegnati in modo inefficace.
Il caso studio più rilevante nel mondo è quello del fondo Yozma in Israele, un fondo di fondi che in pochi anni ha accelerato la creazione del venture capital in quella nazione. Yozma ha consentito ai nuovi fondi di venture capital di strutturarsi rapidamente, abbassando il rischio, favorendo l’afflusso di capitali stranieri tramite il co-investimento pubblico-privato e portando infine alla creazione di centinaia di startup tecnologiche. Si è trattato di un esempio molto efficace di programma pubblico disegnato con intelligenza, che ha mantenuto gli incentivi di mercato e che ha capitalizzato con successo alcune contingenze storiche (ad esempio, l’afflusso di ingegneri emigrati in Israele dopo la caduta del sistema sovietico).
Bisogna imparare da queste esperienze di collaborazione proficua tra pubblico e privato, identificando i fattori chiave di successo e non smettendo mai di imparare. I rischi sono elevatissimi, specialmente conoscendo le specificità del contesto italiano, ma l’opportunità di creare qualcosa di valido è concreta. E’ necessario disegnare in modo accurato questo tipo di riforme e costruire un’architettura di gestione che abbia una struttura di incentivi efficace e non distorsiva.  La prossima frontiera ? Nei luoghi come questo, ne parleremo in futuro.

(articolo originale su Lo Spazio della Politica)

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