martedì 2 agosto 2011

Dalle officine-laboratorio alla pizzeria di Zuckerberg


Le ultime due settimane sono state sempre più intense: oltre ai lavori di gruppo ci sono state diverse visite aziendali: da Tesla Motors, a CISCO, al backstage della NASA, dove abbiamo potuto vedere Pleiades (il sesto supercomputer più veloce al mondo). Sono stato personalmente colpito da due strutture: Willow Garage e Halcyon Molecular. La prima costruisce robot per utilizzo generalista ed ha sviluppato il ROS, un sistema operativo open source per la robotica. La seconda sta cercando di abbattere il costo di sequencing del genoma umano, portandolo vicino allo zero. Entrambe appaiono come officine-laboratorio, dove persone di 25-30 anni si aggirano in mezzo a un po’ di casino, tra pezzi di ricambio o attrezzature per la biochimica. In questi due posti ho percepito una sensazione molto particolare, una forte energia nelle persone – che chiaramente lavoravano con piacere -, il fatto che in entrambi i contesti ci si trovava  effettivamente dentro la costruzione del futuro, dove un gruppo di persone stava generando, non solo come ricerca ma come applicazione effettiva, il tipo di tecnologie che troveremo attorno a noi tra pochi anni.
Ovviamente sono continuate le presentazioni, tra cui anche personaggi molto particolari come David Pritchard, uno dei produttori dei Simpson e dei Griffin. C’è stata anche l’occasione di fare noi stessi una presentazione: ogni studente, per un momento di verifica a metà percorso, ha dovuto preparare un talk sul modello TED, raccontando come il suo dominio di competenza è modificato dall’avanzamento tecnologico. Inizialmente avevo preparato una presentazione sulla finanza, che ho scartato il giorno prima …. per prepararne una su Lo Spazio della Politica. O meglio, una sul concetto più generale di “startup politiche”, teorizzando il fatto che le tecnologie digitali stanno creando dei fattori abilitanti per l’impatto sui processi di decisione collettiva. Piccole organizzazioni, essendo veloci e intelligenti, con modelli relativamente a basso costo, possono acquisire quote di network power in modo relativamente rapido. E’ un concetto di cui scriverò meglio in futuro.
Infine, è molto interessante stringere contatti con i connazionali che si trovano in zona. Oltre alla generazione di italiani che si trovano qui per lavorare nelle aziende tecnologiche e nelle istituzioni accademiche, ci sono personaggi curiosi provenienti da precedenti ondate. Ad esempio, passeggiando per Half Moon Bay con un amico, sono stato fermato da un signore di 60-65 anni, che ha riconosciuto il nostro conversare in lingua italiana. Abbronzato, basso e tarchiato, con un accento siciliano ed una gestualità tipicamente nostrana ci ha raccontato con passione la sua vita: prima come immigrato interno dal sud al nord Italia, poi verso gli Stati Uniti negli anni ’60,  con le varie esperienze prima nel settore edile e poi nella ristorazione. Ora sembra che il personaggio sia proprietario di alcuni ristoranti di discreto successo nella zona di Palo Alto. Ci ha raccontato quindi alcune storie, con grande probabilità inventate, ad esempio sostenendo che i fondatori di Google nei primi anni andavano nel suo ristorante. Si è lamentato del fatto che all’epoca non avevano una lira e che non gli davano le mance, ma che allo stesso tempo, sono stati buoni e qualche anno dopo gli hanno consigliato di comprare le azioni della società. Poi affermazioni analoghe su Zuckerberg, spacciato come cliente abituale. Nessuno ci ha creduto, ma una cosa è certa: una cena nel suo ristorante ormai è assicurata.

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