L’ultimo saggio di Francesco de Collibus rispecchia la doppia natura dell’autore, laureato sia in filosofia che in informatica e da tempo interessato all’impatto sociale delle tecnologie. Blitzkrieg Tweet, tramite un uso intelligente dell’ironia e tramite l’intersezione tra piani analitici eterogenei, ci racconta quali sono le strategie con cui gestire la logica delle conversazioni online. Lo fa con un approccio originale, basato su metafore azzeccate tratte dalla storia militare, dal classico caso della linea Maginot alle tecniche di guerra aerea.
Tramite una serie di casi studio azzeccati, dalla famosa gaffe di “Sucate” della campagna Moratti fino alla rappresentazione su Twitter del conflitto tra Israele e Palestina, De Collibus cerca di comprendere come “messaggi pompati con investimenti miliardari vengono ignorati (o peggio ancora derisi), mentre input anonimi si staccano dalla massa”. Questo manuale di guerriglia digitale cerca quindi di raccontare come gestire la difesa e l’attacco delle conversazioni in rete e come alcuni memi, virtuosi o patologici, riescano a farsi strada. Questo viaggio viene fatto attraversando i più importanti dibattiti avvenuti di recente, come ad esempio il caso del suicidio dell’attivista digitale Aaron Schwartz.
In Blitzgrieg Tweet abbiamo mille stimoli di riflessione: da come l’identità individuale si stia strutturando tramite la condivisione di contenuti online al dibattito sul “recentismo” su Wikipedia, dalla descrizione delle reazioni isteriche alla satira in rete fino alla necessità di una nuova percezione del tempo legato all’uso delle tecnologie digitali. Uno dei temi più interessanti è inoltre quello delle “antinarrative”, i virus cognitivi che riescono a distruggere rapidamente la reputazione di organizzazioni o personaggi pubblici rovesciandone l’immagine dominante, come ad esempio è accaduto di recente nel caso di Luttazzi.
Nel testo è evidente il coinvolgimento diretto dell’autore, che ha studiato le dinamiche della società in rete non solo da un punto di vista teorico ma tramite un coinvolgimento sul campo. Si pensi, ad esempio, alla descrizione dei meccanismi della satira su Spinoza, di cui De Collibus è uno dei contributori principali, o del lancio del fortunato hashtag#Montifacts, con una serie di battute basate sul meccanismo dell’iperbole (“Monti è talmente sobrio che lo usano per calibrare gli alcoltest”, “Monti regala la gioia di vivere agli emo”, etc.) che l’autore ha costruito assieme a Giuseppe Torri nel 2011.
L’autore sostiene che “la metà dei lettori di questo libro non ha né un lavoro né la speranza di poterlo trovare”. Espressione ironica e chiaramente esagerata … ma non troppo. Il libro infatti è un ottimo squarcio di ciò che accade nel mondo attuale e trasuda consapevolezza sulla dinamica della nostra fase storica, dove la rete riesce ad amplificare sia l’intelligenza che la stupidità collettiva. Utilizzando le parole del libro: “Ricordate che oggi nulla impedisce né alla vostra genialità né alla vostra mediocrità di palesarsi come tali.” Per impedire alla mediocrità di prevalere, bisogna addestrarsi nell’arte della guerriglia in rete. Grazie a questo ninjutsu digitale potrà essere possibile costruire comunità aperte a stimoli esterni, in grado di sorpassare i meri meccanismi di reazione fisiologica e capaci di espandere costantemente la propria intelligenza.
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