lunedì 20 giugno 2011

Singularity University: il primo giorno


Primo giorno alla Singularity University: i corsi non sono ancora iniziati ma il clima è di grande entusiasmo. Arrivo devastato dal jet lag, dopo aver visto in aereo un kitchissimoBattleshipYamato. Una navetta ci porta al campus NASA Ames, dove si parte per la registrazione: consegna badge, libri ed altro merchandising in regalo, gente da tutto il mondo, sottofondo musicale con Bob Marley.
Ieri giornata interamente dedicata al tema ”orientation”: come sopravvivere nelle 10 settimane che seguiranno. Ci sono svariate presentazioni: da come affrontare la dinamica di gruppo tra persone appertenenti a culture differenti al tipo di ricerche effettuate presso NASA Ames, da come seguire un programma di meditazione, rilassamento & fitness a quali applicazioni mobile potranno essere utili per facilitare lo studio e i gruppi di lavoro. Il pomeriggio si fa un tour del campus, dove abbiamo modo di vedere alcune delle strutture ciclopiche presenti, come ad esempiol’hangar one di Moffett Field.
Il termine della giornata è invece dedicato a giochi di team building e all’introduzione reciproca degli 80 studenti: provengono da 35 nazioni e da background piuttosto eterogeneiselezionati tra 2.200 application, molti dei quali hanno già fondato organizzazioni, aziende o hanno contribuito in modo significativo al loro campo di studi. La prima impressione è molto particolare: da un lato una vera e propria esplosione di diversità, dall’altro con alcuni c’è la sensazione di capirsi al volo e di avere molto in comune nonostante la distanza in termini geografici e di esperienza di vita.
Se si parla di politica, come capita a tutti gli italiani all’estero, è necessario rispondere alle inevitabili domande su Berlusconi.  Dopo le risposte di rito, faccio passare il discorso su Lo Spazio della Politica e la cosa piace più del previsto:)
La sensazione è che ci stiamo preparando a qualcosa di molto importante: da domani si inizierà a pensare in grande: analizzando tecnologie avanzate, dalla robotica alla bioinformatica,  cercando di risolvere in modo scalabile problemi molto complessi, dal miglioramento dei sistemi di istruzione all’inquinamento,tramite l’interazione feconda tra idee, persone e le risorse disponibili in Silicon Valley.
Accanto alle aule per le lezioni ed i workshop c’è un vero e proprio “Innovation lab”, pieno di schede Arduino, Lego Mindstorm, computer e varie componenti per costruire robot a basso costo. Prima ancora dell’inizio del corso, durante la prima notte, un gruppo di persone informalmente guidate da Dan Barry ha costruito un robot lowcost (sotto i mille dollari) per la telepresenza montando un iPad 2 con altre componenti. Si parte nel modo giusto, vedremo cosa succederà nei prossimi giorni… (articolo tratto da Lo Spazio della Politica)

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