mercoledì 15 giugno 2011

D-Wave One: Sul mercato il primo computer quantistico

Forse la realtà non reggerà la promessa. Ma se lo farà, quello che è appena avvenuto può essere considerato un passo molto importante nella storia dell’informatica. L’azienda canadese D-Wave, organizzazione ad alta intensità di ricerca che si è sviluppata negli scorsi anni grazie al fondo di venture capital Draper Fisher Jurvetson e alla banca d’investimento Goldman Sachs,ha annunciato di aver venduto il primo computer quantistico alla Lockheed Martin, celebre gruppo industriale legato alle tecnologie militari e aerospaziali.
Perché si tratta di una notizia importante ? La computazione quantistica non implica soltanto la possibilità di aumentare la performance del calcolo, in termini di velocità e miniaturizzazione della tecnologia, ma consente di risolvere intere nuove classi di problemi. Questo accade perché i computer quantistici si basano su unità elementari, i qbit, che sfruttano le proprietà della meccanica quantistica, portando a costruire un paradigma di elaborazione dell’informazione qualitativamente differente rispetto a quello attuale. Infatti, la computazione quantistica sfrutta alcune proprietà fisiche che sono evidenti nell’infinitamente piccolo, come l’entanglement e la possibilità da parte delle particelle di trovarsi in più stati simultaneamente.
Un computer quantistico potrebbe risolvere una serie di problemi che richiedono calcolo parallelo o la soluzione di quesiti matematici altamente elaborati, come la fattorizzazione di numeri molto elevati, che presentano una complessità computazionale che cresce in modo esponenziale. Alcune di queste applicazioni hanno una grande rilevanza: nelle simulazioni biomediche, nell’intelligenza artificiale, nella crittografia e – ovviamente – nella tecnologia militare. Un computer quantistico, infatti, sarebbe in grado di spezzare la quasi totalità dei codici esistenti in ambito civile e militare.
D-Wave One, il prodotto recentemente venduto, ha 128 qbit. Sono però carenti le verifiche sull’effettiva realizzazione della tecnologia, come sulla capacità di costruire il resto del meccanismo di elaborazione – non solo la CPU – in modo da essere congruente e sfruttare al meglio la logica della computazione quantistica.  E’ importante sottolinearlo perché quasi tutte le sperimentazioni di laboratorio relative a questa tecnologia si trovano su scala embrionale, con pochi qbit, in una fase di sviluppo lontana dal  trasferimento tecnologico e dell’immissione sul mercato. Se D-Wave mostrasse di aver superato la sfida, saremmo allora all’inizio di un nuovo ciclo tecnologico dove computer quantistici saranno disponibili sul mercato a prezzo sempre minore, con prestazioni crescenti, con un impatto potenziale nei prossimi decenni che ora è difficile stimare nella sua estensione: la tecnologia quantistica, come i computer tradizionali, probabilmente avrà applicazioni che oggi non riusciamo neanche ad immaginare. (articolo originale su Lo Spazio della Politica)

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