Nel mese di dicembre una parte del gruppo Lo Spazio della Politica ha avuto modo di partecipare al primo incontro del programma “40 under 40: Young European Leaders”, un programma pensato da alcuni think tank, EuropaNova, Friends of Europe, e supportato dal Ministero degli Esteri Francese, dalla Commissione Europea e da altri sponsor.
L’iniziativa ha riunito un gruppo di professionisti tra i 30 ed i 40 anni provenienti dalle diverse nazioni dell’Unione e dai differenti ambiti professionali: parlamentari europei e nazionali, imprenditori, professori universitari, scrittori, etc. Un gruppo eterogeneo ed interessante, che includeva personaggi brillanti come il simpatico matematico Cédric Villani, vincitori della medaglia Fileds (l’equivalente del Nobel per la matematica). Qualcuno non ha avito modo di partecipare, in alcuni casi per motivi più che validi: due delle donne selezionate nel frattempo sono state nominate ministro nei rispettivi governi, Johanna Mucha in Polonia e Ida Auken in Danimarca. Tra gli altri italiani selezionati, oltre al sottoscritto, c’erano Elena Fenili, dirigente dell’area studi politici in Unicredit, Riccardo Maraga, sindaco di Amelia, e Matteo Renzi (che non si è presentato).
Nel corso delle conferenze, uno degli elementi più curiosi è stato l’ottimismo di molti sulle sorti dell’Europa. Come è noto, l’economia dell’Unione nel 2012 rischia di attraversa una crisi di natura macroscopica, anche gli scenari più cupi – default a catena degli stati più indebitati, uscita dall’Euro – sono presi in considerazione da molti osservatori. Tuttora non sappiamo se le politiche economiche messe in atto sia al livello continentale e nei singoli stati nazionali saranno in grado di invertire la spirale che collega il peggioramento della congiuntura economica con le aspettative negative. Sandro Gozi, politico con vocazione Europea già noto agli amici di LSDP, è intervenuto come ospite nel dibattito 40 under 40 lanciando la provocazione della “fine dell’Europa” o meglio della fine di “questa” Europa, sottolineando la necessità di un salto qualitativo (elezione diretta o indiretta di un primo ministro europeo, politiche fiscali comuni) per superare lo stallo attuale. La platea ha accolto la provocazione ed ha reagito dimostrando una fiducia inaspettata sulla visione e sull’importanza dell’Europa per il lungo termine, una configurazione di aspettative molto rilevante, dato che buona parte dei partecipanti era assolutamente consapevole della gravità della contingenza attuale.
Per il sottoscritto, che segue in modo indiretto le tematiche europee, la partecipazione al seminario è stata significativa. Uscire dalla “bolla” del dibattito italiano è sempre utile, come toccare con mano il fatto che buona parte dei fenomeni che viviamo attualmente nel nostro paese (crisi della politica, nuove forme di populismo, errori di policy, etc.) si stanno verificando, anche se in forme diverse, negli altri stati. Pur essendo consapevoli dei limiti strutturali del progetto europeo (relativi alla gestione della sovranità, della politica estera, della politica economica) è importante che la dimensione continentale del dibattito venga sempre tenuta a mente. E’ vero, esistono già gilde di “Euro-Nerd” – in parte lo siamo anche noi di LSDP – che seguono con dovizia l’evoluzione delle vicende dell’Unione. Tuttavia, nel prossimo anno far capire appieno la profondità delle interdipendenze tra gli stati Europei, sia in termini di cooperazione che di conflitto, sarà un “lavoro politico” importante. Elaborare in modo intelligente e chiaro i grandi temi europei, come fa ad esempio Matteo Minchio, o organizzare eventi di portata internazionale, come Butterfly Europe, sarà fondamentale. Il prossimo incontro dei 40under40, che si terrà a Bruxelles nel 2012, sarà solo uno dei nuovi passi di LSDP in questa direzione.
(articolo da Lo Spazio della Politica, foto di Friends of Europe)